- EAN13
- 9782304041187
- ISBN
- 978-2-304-04118-7
- Éditeur
- Le Manuscrit
- Date de publication
- 08/10/2012
- Collection
- Témoignages de la Shoah (Fondation pour la Mémoire de la Shoah)
- Nombre de pages
- 180
- Dimensions
- 22,5 x 14 cm
- Poids
- 235 g
- Langue
- français
- Langue d'origine
- français
- Code dewey
- 940.5318092
- Fiches UNIMARC
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Da Parigi a Bergen-Belsen 1944-1945.
ricordi di un bambino deportato
De Jacques Saurel
Le Manuscrit
Témoignages de la Shoah (Fondation pour la Mémoire de la Shoah)
Offres
-
Vendu par Les Lisières à Villeneuve d'Ascq15.90
Jacques Saurel, nato nel 1933, avrebbe potuto subire il destino riservato a numerosi bambini, figli di genitori ebrei emigrati dalla Polonia tra le due guerre: Auschwitz e la camera a gas. È grazie a suo padre se in un primo momento riesce a sfuggire alla deportazione: arruolato volontario, poi prigioniero di guerra, questi è protetto, così come la sua famiglia, dalla Convenzione di Ginevra. Ma i nazisti cercano degli ostaggi da deportare. Così, nei primi giorni del febbraio 1944, Jacques, la sorella maggiore (la minore è stata nascosta) e il fratellino sono internati per tre mesi a Drancy, per essere poi deportati nel «campo della stella» di Bergen-Belsen con la loro mamma.
Da quel momento è grazie a lei che riescono a sopravvivere. Pur beneficiando di condizioni «privilegiate» poiché i nazisti vogliono servirsi di loro come di «merce di scambio», questi bambini non avrebbero mai potuto resistere senza il sostegno morale e i sacrifici della loro mamma, tanto più che le condizioni di vita, già molto difficili, si deteriorano a partire dall'autunno 1944, man mano che arrivano i sopravvissuti delle evacuazioni dell'Europa dell' est. Il campo di Bergen-Belsen, la cui organizzazione si sgretola, diventa allora un vero e proprio cimitero dove regnano fame ed epidemie.
Da quel momento è grazie a lei che riescono a sopravvivere. Pur beneficiando di condizioni «privilegiate» poiché i nazisti vogliono servirsi di loro come di «merce di scambio», questi bambini non avrebbero mai potuto resistere senza il sostegno morale e i sacrifici della loro mamma, tanto più che le condizioni di vita, già molto difficili, si deteriorano a partire dall'autunno 1944, man mano che arrivano i sopravvissuti delle evacuazioni dell'Europa dell' est. Il campo di Bergen-Belsen, la cui organizzazione si sgretola, diventa allora un vero e proprio cimitero dove regnano fame ed epidemie.
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